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| 18 marzo 2021, 13:53

Campagna vaccinale e sistema sanitario, il Pd di Busto: «Pensiamo in prospettiva ad una diversa organizzazione della sanità e delle politiche per la salute»

Maggioni, Verga e Pedotti intervengono anche sull'ospedale unico. «Anacronistico, ragioniamo dal potenziamento degli ospedali esistenti»

Campagna vaccinale e sistema sanitario, il Pd di Busto: «Pensiamo in prospettiva ad una diversa organizzazione della sanità e delle politiche per la salute»

Il Partito Democratico di Busto interviene sull'organizzazione del sistema sanitario regionale («soprattutto quello di base, che deve provvedere alle cure di prossimità e di primo intervento, è stressato da impegni onerosi che dimostrano l’insufficienza di personale e di organizzazione, emersa con il Covid ma risultata da anni di sottovalutazioni) e sulla campagna vaccinale.

«Ancora troppi cittadini si domandano quando potranno essere vaccinati, dove e in che modo. Gli over 80 hanno dovuto accedere al “portale Web”, scaricare il PDF e stamparlo: già questo fatto dimostra il distacco del sistema dalla reale condizione di vita dei cittadini. Nella Busto della solidarietà tutti cittadini diventano caregiver di altri concittadini: è un fatto positivo ma testimonia che sarà indispensabile ripensare l’organizzazione del sistema sanitario».

A dire la sua è anche il candidato sindaco per il Pd, Maurizio Maggioni: «Prima di tutto si deve correggere il trend che in Lombardia da decenni ha trascurato le cure di prossimità ed ha privilegiato il rapporto con il privato che permette di accorciare i tempi solo se si paga».

Quali azioni possono mettere in campo le Amministrazioni locali? Secondo Maggioni, «i comuni devono in primo luogo pretendere che Regione eviti la latitanza finora dimostrata sia sull’esigenza di rafforzare i servizi territoriali, sia sul nuovo ospedale. Non è causa del Covid che gli interrogativi urbanistici, infrastrutturali e quelli fondamentali dell’utilizzo delle strutture fisiche esistenti (esempio il Polichirurgico) non abbiano trovato risposta. Non sarà un caso che tutti i termini delle intese sottoscritte ufficialmente nel 2017 (Protocollo di intesa firmato da Regione, due Comuni, Asst e Ats) siano scaduti».

Sull'ospedale unico di Busto-Gallarate interviene anche la capogruppo Pd in Consiglio comunale Valentina Verga: «Sentire parlare oggi di ospedale unico è a dir poco anacronistico o forse sarebbe meglio dire “fuori dalla realtà”. Come si può parlare di se e quando si farà un fantomatico ospedale unico se oggi l’unico ospedale che abbiamo non regge l’urto della pandemia e ha una carenza di medici ormai cronica, reparti uniti, spostati tra Gallarate e Busto in un tetris che ormai ha mostrato tutti i limiti?» si chiede Verga.

Secondo la capogruppo, «quello di cui oggi tutti dobbiamo parlare è quando i nostri anziani saranno finalmente chiamati per il vaccino, quando i soggetti fragili troveranno le risposte che cercano. Se spostare l’attenzione sull’ospedale unico è solo un modo per distogliere l’attenzione dai veri problemi allora è un tentativo non riuscito».

Conclude gli interventi il segretario cittadino Paolo Pedotti, che ribadisce la posizione del circolo sull’ospedale unico: «La pandemia deve portarci in prospettiva a ripensare l’organizzazione della sanità e le politiche sanitarie regionali soprattutto, non si può più ragionare solo al risparmio su un settore come quello della salute dove i disservizi sono ormai frequenti ed evidenti a tutti anche in una Regione come la Lombardia. Per questo la nostra proposta di partire a ragionare dal potenziamento degli ospedali esistenti, anziché realizzarne uno nuovo in una delle poche aree verdi rimaste a nord della città, rimane quanto meno un’alternativa che Regione e comuni dovrebbero considerare».

Redazione

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