Busto Arsizio - 18 marzo 2021, 14:13

«Ciao Piero, hai fatto cose immense per gli altri. Eppure ancora di più in silenzio»

Il commosso tributo di Busto Arsizio a Magistrelli, in prima linea per i disabili e tutti i fragili. Quando morì il suo amico Franco Mazzucchelli disse: «Aiutami, ho ancora tanto da fare». Ceccuzzi: «Insostituibile». Arabini: «Quando gli chiesi aiuto per due persone che non avevano più niente. Lui faceva, sempre»

Pietro Magistrelli ritira la civica benemerenza nel 2014 (foto Città di Busto Arsizio). Sotto con l'allora assessore ai Servizi sociali Miriam Arabini

I vuoti che lasciano le persone non si possono mai misurare, ma Busto e tutto il territorio si sentono profondamente soli, disorientati alla scomparsa di Pietro Magistrelli, per gli amici Piero (LEGGI QUI)

Perché lui era tutto quello che sembrava, questo motore che non si fermava mai per gli altri, a partire dalle persone disabili e dalle loro famiglie, ma era persino di più. C’è poi un’altra ragione ed è che se ne va pochi giorni dopo il suo grande amico Franco Mazzucchelli: ha fatto in tempo a piangerlo, a ricordare i 70 anni di vita insieme impegnati a seminare e far crescere i frutti della solidarietà, a chiedere il suo sostegno.

«Aiutami, che ho ancora da fare qui». (LEGGI QUI)

Quelle parole oggi scavano un dolore profondo nella città, in coloro che devono tanto a questa coppia di amici e guerrieri del bene. Tanti scrivono sui social, gli renderanno omaggio al tempio civico. Sabato alle 15.15 il funerale nella basilica di San Giovanni.

«È insostituibile – mormora affranto Bruno Ceccuzzi, presidente dell’Aias – Aveva una capacità straordinaria di coinvolgere la gente, di portare a casa le risorse che servivano per un progetto».

Un uomo che aveva sempre da fare per gli altri e che ancora era pronto a farlo. Che ne sentiva il bisogno sempre più insaziabile. «Riposa in pace campione del bene» gli ha scritto in un post don Luigi Caimi, ex parroco di Sacconago. Lui ha avuto modo di conoscere a fondo l’inesauribile impegno di Magistrelli. In via Piombina, c’è la comunità alloggio Anffas-Lions Tosi Ravera, che puntando sulla generosità di Busto era riuscito a realizzare. Nel 2014 fu proclamato cittadino benemerito per opere come questa.

Ma l’ex assessore ai Servizi sociali Miriam Arabini, che ha una bella foto con Pietro proprio in quella comunità, aggiunge: «Lui ha fatto ancora di più in silenzio di quanto è apparso». Colpisce, questa frase, ora che la città piange proprio perché ha presente l’immensità delle opere da lui realizzate. Invece, c’era altro ancora, che faceva di nascosto. Tra i tanti episodi, Arabini ne cita uno: «Un giorno notai un’auto con i finestrini coperti di giornali, c'era una coppia di coniugi che viveva lì perché era rimasta senza lavoro». Dopo aver esplorato diverse soluzioni, lei decise: sarebbe andata da Magistrelli, alla casa dedicata alla memoria di Annibale Tosi.

La struttura era piena ma proprio in quel momento un ragazzo aveva trovato un’altra sistemazione. Era come un segno.Magistrelli non ebbe pace, finché non li aiutò ad avere un impiego e una casa. Miriam Arabini si ricorda che un giorno Magistrelli le disse: «Mi stai chiedendo il mondo».

«Quello che necessita».

Ma a lui, quella risposta già non serviva più. Stava già trovando la soluzione.

Marilena Lualdi