- 05 marzo 2021, 10:54

IL RICORDO. Il mondo di Franco, la fatica e quelle panchine per tutti noi

C'è un fiume d'affetto in questi giorni al tempio civico di Busto Arsizio, che fa emergere i suoi tanti impegni, i suoi atti generosi. E un insegnamento: bisogna sempre puntare verso il traguardo, mettendoci tutta la fatica. Ecco perché un suo dono alla Madonna in Campagna è un piccolo, meraviglioso gesto

Franco Mazzucchelli mentre firma l'Albo in municipio, ricevendo la benemerenza con la Lilt

C’è un fiume di affetto che scorre sottovoce e costante, al tempio civico di Busto Arsizio. C’è il mondo di Franco Mazzucchelli (LEGGI QUI), che è grandissimo, infinito verrebbe da dire, quasi a far sentire anche qui sulla terra ciò che lui sta vivendo ora.

Ascoltare Franco

Fino a sabato 6 marzo, nel primissimo pomeriggio, Franco Mazzucchelli sarà lì, davanti al municipio, ad accogliere questo omaggio. Il funerale sarà celebrato alle 15.15 nella basilica di San Giovanni (oggi il Rosario alle 18) e la famiglia ha chiesto di non portare fiori, bensì destinare offerte alla Fondazione Lions Mario Ravera. Tutti si stringono attorno ai cari di questo bustocco che ha sempre fatto prima ancora di parlare come pur sapeva fare: perché era bello anche ascoltarlo. E fermarsi ad ascoltare gli altri, ora, lo fa sentire più vicino che mai. A partire dai figli Ettore e Marco. Quest’ultimo ci porge un’immagine così calzante e delicata di papà: quello che pedalava sempre, sì, fisicamente e metaforicamente. Una famiglia che ha saputo insegnare alle nuove generazioni come occorra sempre puntare verso il traguardo, senza sconti, senza ricette miracolose, ma con la fatica.

E di fatica, Franco Mazzucchelli ne macinava tanta, senza farla pesare. Quel suo continuo pedalare racconta il suo impegno in tanti settori, che il cordoglio di questi giorni ha raccontato eppure non esaurisce mai. Il farmacista,  l’assessore, il pioniere della solidarietà, l’uomo sempre attento ai più fragili, lo sportivo, lo scout, senza dimenticare il risvolto familiare. E quanto altro ancora.

La dedizione allo sport

In ogni istante si scopre o si approfondisce un dettaglio, da questo fiume attorno al tempio civico a quello dei social. Scorrono i ricordi ed ecco uno di Claudio Zanesco, che descrive un incontro a cui viene voglia di assistere nell'aprile 1965: «il dottor Mazzucchelli Franco, allora  giovane trentenne appassionato di pesistica e cultura fisica, assieme a Angelo Borri, assessore allo sport, poi diventato sindaco di Busto Arsizio si recarono a Milano per cercare un Maestro di Judo al fine di consentire l'apertura alla "Pro Patria Et Libertate Atletica Pesante" legata alla Fiap e consentire  l'avvio di una sezione di Judo…».

È l’inizio di una storia stupenda,  che approda alla creazione della società Pro Patria Judo.  Sono storie che sbocciano, storie che non terminano, come l’esempio di Franco.

Le panchine del riposo

L’unica cosa adesso che è passata, che è finita, è la fatica, perché in Paradiso, vogliamo credere, lui vorrà fare ancora tanto, ma quella non la sentirà.

Ce l’ha raccontato lui stesso, in fondo, con un gesto di qualche anno fa, condiviso con Ginetto Grilli. Quando volle donare due panchine alla chiesetta della Madonna in Campagna. Un luogo sacro, dove un ciclista arriva volentieri  per lo scenario, dice una preghiera per devozione, ma poi si deve riposare.

Ecco che il dottor Mazzucchelli pensò anche a quello per tutti: alle panchine. Al momento in cui dobbiamo riposarci e guardare dentro noi stessi, per ripartire.

Allora, buon riposo ora, se riesci, Franco. O per dirla come il tuo amico Luigi Giavini (LEGGI QUI) ci ha insegnato: «Assa!A sa édam...».

Marilena Lualdi