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Territorio | 21 dicembre 2020, 17:25

Ad Angera Nicole Berlusconi realizza il sogno di aprire un rifugio per cavalli maltrattati

Quaranta ettari di terreno in cui gli animali possono vivere in libertà, ma anche un'azienda agricola in cui i bambini possono fare laboratori e pet therapy con alpaca, caprette, asini e c'è anche un tapiro

Ad Angera Nicole Berlusconi realizza il sogno di aprire un rifugio per cavalli maltrattati

Una passione per i cavalli e una vita dedicata ad occuparsi di loro attraverso l'associazione Progetto Islander. Nicole Berlusconi, nipote di Silvio Berlusconi, ha realizzato il suo sogno di aprire un rifugio dedicato ai cavalli maltrattati e sequestrati.

Si chiama La Mia Terra e si trova ad Angera, nella frazione di Capronno, ed è un paradiso degli equini, nel senso che li possono vivere in libertà, galoppando in 40 ettari di terreno. «È sempre stato il nostro sogno - spiega Camilla Colombo, socia nell'azienda agricola - Grazie alla donazione dello zio di Nicole ora possiamo finalmente vederlo realizzato. Il progetto è ancora embrionale ma l'idea è di trasformarlo in un'azienda agricola didattica a tutti gli effetti, in cui i ragazzi possano stare a contatto con gli animali e la natura». 

La Mia Terra al momento ospita 28 cavalli salvati dai maltrattamenti. «Purtroppo è un fenomeno di cui si parla poco ma sono tantissimi i cavalli tenuti in condizioni terribili. Capita anche di vederne stipati nei garage. Noi ci occupiamo di loro dopo che vengono sequestrati. In realtà spesso siamo proprio noi a denunciare i maltrattamenti, verificando le segnalazioni che ci arrivano e avvisando le forze dell'ordine».

Progetto Islander ha già recuperato e fatto adottare 300 cavalli. «Un lavoro non semplice perché sono animali che richiedono cure, grandi attenzioni e un enorme impegno economico. Qui in azienda facciamo tutto noi, grazie all'aiuto dei volontari e ci sosteniamo attraverso le donazioni e all'attività di pensionamento cavalli che ci permette di sostenerci, ma contiamo di allargare i servizi offerti». 

L'azienda agricola è impostata in modo differente rispetto ad un tradizionale maneggio, per cui lo sforzo è anche maggiore. «Non teniamo i cavalli nei box durante il giorno, ma li lasciamo allo stato brado. Questo implica un percorso particolare di approccio all'animale che deve imparare a vivere in un gruppo». 

La mascotte dell'azienda però è un tapiro, anche lui sequestrato. E poi ci sono tre cani e tre vitellini. «Presto arriveranno anche degli alpaca, delle galline, delle caprette e degli asinelli e potremo calendarizzare degli appuntamenti fissi per chi volesse venire a farci visita e partecipare a laboratori didattici o fare pet therapy». 

Valentina Fumagalli

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