Nella fucina delle carte di GaEle, nel cuore della vecchia Cuvio, da tempo germinava un’idea, quella di affiancare alle oltre cento edizioni librarie una rivista culturale, fatta a mano come è tradizione e di piccolo formato, come i fogli che un tempo facevano da segna passi all’Italia delle lettere e del pensiero.
Maria Elena Danelli e Gaetano Blaiotta, scenografa lei, poeta e pittore lui, entrambi malati di “libridine”, hanno preso ispirazione da due circostanze, una dolorosa e l’altra affettuosa, per dar luce alla nuova nata: da un lato i terribili incendi che hanno devastato, nel 2019, le foreste australiane di eucalipti e ucciso centinaia di koala, dall’altro la visione pacificante dei maestosi eucalipti in riva al mar Jonio, esistenti dai tempi dell’antica Sibari e della Magna Grecia.
Così la rivista prende il nome de “L’Eucalipto”, con l’immagine in testata di un piccolo koala arrampicato su un ramo dell’albero delle cui foglie si ciba, uscirà una volta l’anno a dicembre e si occuperà di temi forti riguardanti cultura, arte e società.
Il numero zero conta 38 pagine, è interamente realizzato a mano, del formato 21x15 ed è stampato in 200 copie, con una distribuzione legata a presentazioni (quando ci sarà modo di farle), al passaparola, alla pubblicità nei social oppure con la possibilità di richiedere la copia all’Associazione GaEle (gaeledizioni@gmail.com o telefonando al 333 6644334).
Sei gli interventi sul tema monografico “In equilibrio sul tempo”, riferimento non troppo velato alla chiusura primaverile per la pandemia: ci sono gli scrittori Valerio Varesi, Rita Pacilio e Francesca Maffei, l’antropologo culturale Duccio Canestrini e il direttore d’orchestra Enrico Pagano, oltre a chi scrive. Francesco Miotti, pianista e direttore di coro, ha invece composto un melologo per voce e pianoforte ispirato al tempo, mentre il pittore Claudio Estal e la fotografa Giorgia Ivone hanno contribuito con alcune loro opere, come il duo Korot, grazie al quale ogni copia porta all’interno un’operina applicata. Autori varesini e no, con una bella apertura che segna finalmente l’uscita dai confini provinciali, come del resto insegnano gli oltre cento libri editi da GaEle.
«La rivista, che si apre con l’editoriale degli editori e alla fine riporta brevi biografie degli autori, si rivolge soprattutto agli addetti ai lavori, a persone che già si occupano di Cultura. In questo caso però, ed è una prerogativa delle edizioni GaEle, il nostro sogno è quello di arrivare a tutti, di essere comprensibili a chiunque, perché solo mettendo dei semi fruibili a ognuno, si può creare una società migliore», spiegano Elena e Gaetano.
«Sulla manifattura del giornale non abbiamo mutato rotta rispetto ai libri, tutto resta fatto a mano. È il nostro marchio di fabbrica. Non ci sposteremo da questa scelta, anche se la rivista non è un'edizione vera e propria ma una cosa a sé, ma con la nostra impronta. Avremmo potuto creare un prodotto anche diverso, meccanizzato, più industriale, ma di queste cose è già pieno il mondo. Vogliamo rimanere indipendenti anche con la rivista, ci sembra la forma più libera e rivoluzionaria».
«Cercare carta e penna per appuntare qualcosa. Memorizzare la data 9 marzo 2020. Battere le ciglia per irrompere in una dimensione anomala. Paradossale. Entrare in accordo tacito con il segreto interiore», scrive Rita Pacilio, autrice beneventana, sociologa e poetessa. «Trasferirsi, dunque, nel mondo intimo completamente, anima e corpo cercando di sopravvivere alle proprie intuizioni».
Duccio Canestrini, antropologo e giornalista, docente all’università di Pisa, pone invece l’accento su ciò che esiste al di fuori della specie umana, virus compresi: «Che alla fine trionfi un qualche tipo di giustizia, per esempio, o che la vita sulla Terra scompaia del tutto, per l’equilibrio dell’universo è assolutamente indifferente».
Francesco Saverio Pagano, per citare un altro intervento contenuto nella rivista, giovane fondatore e direttore dell’Orchestra Canova di Varese, racconta la perdita delle sicurezze fino ad allora ottenute e la labilità del domani, minacciato dal covid, e dalla conseguente «perdita del centro», che ha stravolto le nostre esistenze.
“L’Eucalipto” è una scommessa già vinta di un piccolo gruppo di persone che crede nella cultura e nella sua divulgazione capillare, e che una rivista, come sostiene Walter Benjamin, abbia come destinazione «il rendere noto lo spirito della sua epoca». Il piccolo koala che arrampica sul tronco dell’eucalipto in cerca di nutrimento è il simbolo di un’esigenza che ognuno di noi deve far propria, per non soccombere all’avanzare forsennato di una civiltà del nulla .