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Busto Arsizio | 19 novembre 2020, 08:24

Ciao Peppino, il 2 maggio reciteremo noi quella tua ultima preghiera per gli edicolanti. Umili servitori di notizie come te

Storico giornalaio e cartolaio di Busto Arsizio, Peppino Tagliabue avrebbe compiuto 84 anni a dicembre. Se n'è andato come ha vissuto, lottando a livello nazionale per la sua categoria, a cui voleva dedicare un patrono e una festa. L'aveva immaginata il 2 maggio e c'era già una toccante preghiera, con cui lo salutiamo

Ciao Peppino, il 2 maggio reciteremo noi quella tua ultima preghiera per gli edicolanti. Umili servitori di notizie come te

Avrebbe compiuto 84 anni a dicembre, gli stessi anni del Papa, nello stesso mese. Ci teneva tantissimo Peppino Tagliabue a questo filo con il Pontefice e alla classe 1936. Decano degli edicolanti e sempre in movimento per la categoria e per tutti coloro che avevano bisogno di un supporto, una parola, la sua amicizia.

Adesso lo storico giornalaio e cartolaio di Busto Arsizio (da una vita in prima linea in Ascom) era impegnato in una nuova iniziativa: si stava battendo per far avere un patrono e una festa per gli edicolanti, in un momento sempre più difficile per questo mestiere. L’aveva già in mente, chi poteva proteggerli: la Madonna dell’Aiuto, riferimento inossidabile per un bustocco. La festa, l’aveva immaginata il 2 maggio, e c’era già una preghiera, emozionante, per gli «umili servitori di notizie» capaci di aiutare a diffondere l’informazione libera e autentica.

Una battaglia nazionale, la sua, che stava portando avanti con la consueta determinazione. Perché Peppino si incrociava e ti comunicava i suoi spostamenti con foga ragazzina: sto andando a Napoli, a Genova, a Roma, in Sardegna. La sua amata Sardegna, terra che lo legava alla devozione per sua moglie Lauretta, scomparsa prematuramente. Una ferita profonda, la sua perdita, cui aveva reagito grazie all’amore di una famiglia compatta (i suoi figli Alessandro, Marcella e Raffaella di cui andava fierissimo) e alla sua fede. Nonché alla sua capacità di pensare prima agli altri che a sé. Che fosse la sua parrocchia, Sant’Edoardo, l’associazione, i bisognosi, gli amici semplicemente. L’anno scorso lo storico bidello delle Bertacchi Severino Battocchio si vide convocato a scuola e trovò una festa per i suoi 91 anni, coronata da un libro con le sue poesie. Ci aveva pensato il Peppino, anche a stamparlo, tutto in beneficenza. 

Qualche nuova idea c’era, sempre. Se ti trovava e tu stavi correndo da qualche parte, condivideva un pezzo di strada con te, per raccontartela. «Ho pensato questo» e mentre te lo spiegava, ti sembrava che l’avesse anche già realizzata. Davanti all’edicola però difficile trovarlo da solo: più spesso con gli amici, a partire da Antonio Colombo, sempre al suo fianco.

Appena conclusa un’iniziativa, stava già pensando a qualcos’altro da promuovere per gli altri. L’ha sempre fatto e ancora di più ora con la serenità di sapere la cartoleria di viale Alfieri (di generazione in generazione chiamata “il Citelli“) in ottime mani con il figlio Alessandro e la nuora Maria Rosa. Anche se lui era sempre al loro fianco. Era così, Peppino. Pronto a mettersi in viaggio sempre, fino all’ultimo dalla sua Lauretta.

La preghiera dell'edicolante

Vergine Maria, Madonna dell'Aiuto,

dall'annuncio dell'angelo

e dalla tua disponibilità al disegno del Padre

è iniziato in te, per tutta la storia umana,

un nuovo avvenimento di salvezza.

Il nostro lavoro è legato agli avvenimenti

tristi e lieti della vicenda umana.

Siamo umili servitori di notizie, di immagini

e di strumenti di lettura per il tempo libero.

Aiutaci a leggere in profondità

gli avvenimenti della nostra vita,

riconoscendo in essi la tua voce

e la tua parola di speranza.

Rendici capaci di offrire, insieme al giornale,

anche un volto che comunichi speranza

e solidarietà ai fratelli che incontriamo.

Fa' che nel giorno consacrato

al tuo e nostro Signore

sappiamo trovare il tempo per l'Eucaristia.

Sostieni la nostra volontà di saper rinunciare

al facile guadagno e di saper proporre testi

che non offendono la dignità della persona

né la sacralità della Trinità Divina.

Anche tra noi colleghi fa' che si instauri,

sempre più, un clima di collaborazione,

di aiuto e di ricerca del bene comune.

Sia il nostro lavoro umile e significativa azione

per l'affermarsi di un'informazione più vera,

più libera e capace di leggere

e di comunicare quegli avvenimenti

che sono segni reali della nostra storia

e della storia della salvezza.

A te, o Madonna dell'Aiuto,

affidiamo i nostri desideri,

confidiamo i nostri propositi

e chiediamo la tua materna protezione. Amen.

Marilena Lualdi

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