Spesso chi inizia un viaggio finisce sempre per tornare nel posto da cui era partito, e se parti dal cuore, non puoi far altro che tornare al cuore: così quei 5 ragazzi della nostra città che producono visiere protettive di cui vi abbiamo parlato (leggi QUI), hanno reso ancora più grande la loro iniziativa che arriva proprio da lì, dallo stesso cuore che ancora batte nel ricordo di Cesare Menon, perché i loro dispositivi di sicurezza sono arrivati oltre che in gran parte delle zone della nostra provincia, anche a Parma e a Seregno. Di più: in questi ultimi giorni sono arrivate delle richieste anche da Bergamo.
Arianna Molinari è la responsabile di “We Can Help”, e ci aggiorna sulle nuove consegne: «Stiamo ricevendo un’infinità di richieste, è vero che siamo stanchi, ma la stanchezza non potrà mai scalfire la nostra felicità, perché la gioia che arriva dai “grazie” di chi riceve le nostre spedizioni è immensamente gratificante.
Oltre a fare altre spedizioni presso “Le Terrazze” di Cunardo, abbiamo poi effettuato nuove consegne a una casa di riposo del gruppo "Le Residenze", alla “Fondazione Piatti” di Varese, all’istituto “Don Gnocchi” di Malnate, all’istituto “Don Orione” di Seregno, ai reparti di pediatria e cardiologia dell’ospedale Filippo del Ponte di Varese, ai reparti di urologia, cardiologia e rianimazione dell’ospedale di Circolo di Varese, alla “Residenza ai Pini” di Besano, alla residenza “Sacra Croce” di Viggiù, alla residenza “Giardino” di Laveno, all’SOS Malnate, e poi altri pezzi sono arrivati a Parma e altri ancora ad alcune farmacie».
Il gruppo, da come ci spiega Arianna, è cresciuto dai 5 membri iniziali ai 12 effettivi di oggi, e questi 12 ragazzi che costruiscono speranze diventano sempre più grandi all’ombra della solidarietà: «Molte persone volevano mandarci soldi, allora ci siamo guardati in faccia e abbiamo deciso di appoggiarci a qualcuno, ovvero alla Onlus “Freerider sport events” su decisione di Andrea Menon, che ha pensato alla tanta dedizione verso lo sport che aveva il suo papà.
L’associazione ci ha dedicato una pagina, dove al suo interno si può trovare il codice IBAN relativo alle donazioni (clicca QUI per accedere) che verranno usate per sostenere l’acquisto dei materiali di cui necessitiamo, e il restante sarà utilizzato per finanziare eventi in memoria di Cesare Menon».
Inoltre i ragazzi stanno sperimentando la produzione di alcune fibbie da posizionare sul retro delle maschere, che hanno la funzionalità di renderle meno dolorose da indossare: «Su entrambi i lati della fibbia sono presenti delle piccole barre che tengono l’elastico teso dietro la testa di chi indossa la maschera, in modo da non esercitare una fastidiosa pressione sulle orecchie».
La giovane responsabile di "We can help" spiega poi che è stata effettuata anche una consegna di 80 pezzi al gruppo Mooss, che ha poi spedito questi ultimi all’Ats: «Il Mooss è un’organizzazione formata da medici, odontoiatri, operatori sanitari e socio sanitari che fronteggiano la carenza dei dispositivi di protezione individuale, recuperando materiale sanitario e distribuendolo sul territorio».
«Grazie perché con il vostro aiuto e le vostre donazioni - conclude Arianna - state contribuendo a farci credere sempre di più in questo piccolo progetto, che speriamo possa diventare sempre più grande nel ricordo di Cesare Menon».