Alle nove del mattino la coda di auto arriva fino in fondo a via Ottorino Rossi. Sono gli operatori sanitari, (medici, infermieri, ma anche personale delle Rsa e tutti i lavoratori che a vario titolo e livello prestano servizio in azienda ospedaliera) che si devono sottoporre ai tamponi per verificare la loro eventuale positività al Covid-19.
Un’operazione velocissima, che dura pochi minuti e che si fa senza nemmeno scendere dall’auto: il paziente accosta accanto alla tenda, abbassa il finestrino, comunica nome e cognome e, se risulta nell’elenco, il medico si avvicina e in pochi secondi fa il prelievo nasofaringeo. «C’è chi fa il tampone per la prima volta e chi invece ha già avuto un primo esito positivo e deve sottoporsi ai controlli prima di rientrare al lavoro» ci spiegano dalla postazione che è operativa dal 23 marzo, ma che solo da questa settimana lavora a pieno regime con quattro operatori. All'opera ci sono un'infermiera volontaria, un medico che fa parte dei sanitari temporanei della Croce Rossa, un esponente del corpo militare sempre della Croce Rossa che si occupa dell’organizzazione e della logistica e a turno un volontario che fa da tramite tra medico e infermiera. La task force esegue fino ad un tampone ogni due minuti negli orari di punta, per un totale di 200 al giorno.
«Non è sempre stato così perché le prime settimane c’era solo un laboratorio per l’analisi dei tamponi e riusciva a processarne un numero limitato. Da lunedì è stato accreditato anche il laboratorio San Nicola di Tradate e possiamo eseguirne molti di più» dicono gli operatori. Tant’è che anche l’orario di operatività è cambiato: da oggi si lavora dalle 9 alle 17 con orario continuato, compreso il 25 aprile e il primo maggio.
E’ importante sapere però che non tutti possono andare e ricevere il tampone. E’ Ats che gestisce l’elenco delle persone che possono fare il test, comunica direttamente il giorno in cui presentarsi e che dopo 48 ore invia i responsi. «Se il nome non compare nella lista non possiamo fare i tamponi - spiegano - e non è così scontato o di facile comprensione. Ci sono persone che accompagnano un parente che è già risultato positivo ad un primo test e con cui vivono a stretto contatto. Ci chiedono di essere controllati ma non siamo noi a decidere e a volte è difficile farlo capire».
Insieme all'analoghi punti di Busto Arsizio (inaugurato ieri leggi qui), Como ed Erba le postazioni sono in grado eseguire cinquemila tamponi a settimana a cui si sommano quelli eseguiti sugli ospiti delle Rsa del territorio. Da maggio invece si aggiungeranno anche i tamponi alle persone esterne all’ambiente sanitario che i medici di base avranno la possibilità di segnalare telematicamente ad Ats per essere monitorati.