E' morto Gianni Mura. Il grande inviato e storica firma di Repubblica si è spento questa mattina per un improvviso attacco cardiaco all'ospedale di Senigallia, in provincia di Ancona. Mura, 74 anni, milanese d'origine, è stata una delle firme sportive più amate e conosciute d'Italia: il suo ricordo è legato al calcio e al ciclismo, indimenticabili i suoi reportage da inviato al Tour de France, ma anche all'enogastronomia.
Il nostro ricordo di Gianni Mura.
I suoi articoli da inviato a Mondiali e Tour, i suoi "Sette giorni di cattivi pensieri", le sue interviste alla "palla di lardo" in avvio di campionato, i "100 nomi dell'anno" che accompagnavano al 31 dicembre, il suo essere schietto al limite dalla brutalità, la sua umanità a volte dolente, il suo legame indissolubile con Brera, Iannacci e con i valori che arrivavano dalla terra e dalle radici, la sua ritrosia ad alcune forme della modernità, la sua "fame" di note, pagine, tavole, lidi, sentieri e sentimenti spesso nascosti in alcuni angoli dell'anima dove solo lui riusciva ad arrivare: Gianni Mura è stato tutto questo ma soprattutto un percorso, nella vita di tanti, perché il presente - ma soprattutto il futuro - fossero visti con gli occhi e i sani valori del passato. Una fuga infinita, ora giunta al traguardo, da tutto ciò che appariva ovvio, ipocrita, sbagliato. Una vita come un Tour, o un Tourmalet, o una Turandot avrebbe forse scritto di sé.
Ti sia lieve la terra, scrisse salutando per sempre il suo "Gioanbrerafucarlo". Sia lieve anche per te, Gianni Mura. E, ovviamente, in alto i calici.
(A.C.)
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