La notte del 26 dicembre di un anno fa moriva a 39 anni Daniele Belardinelli, capo della curva del Varese, in seguito agli scontri tra ultrà dell'Inter e del Napoli fuori da San Siro: circa dieci mesi dopo, cioè lo scorso ottobre, è stato arrestato un ultrà del Napoli che, secondo la ricostruzione degli investigatori, avrebbe travolto Dede in via Novara - a un paio di chilometri dallo stadio - e proseguito poi la sua corsa.
Gli amici della curva biancorossa, che nel frattempo ha visto scomparire il Varese ma è ripartita dalla terza categoria seguendo su tutti i campi il Città di Varese e anche i Mastini dell'hockey primi in classifica, lo hanno ricordato lo scorso 15 dicembre al Franco Ossola con cori e striscioni (leggi e vedi i video QUI e QUI) nel giorno della riapertura dello stadio, anche in quel caso, esattamente un anno dopo l'ultima partita del Varese. «Chi muore come ha vissuto, vive in eterno» c'era scritto sul lenzuolo fatto calare dall'alto sulla tribuna di Masnago dai CUV 19, il gruppo nato dopo lo scioglimento dei Blood Honour di Dede.
Ad ogni partita del Città di Varese e dei Mastini, sia in casa che in trasferta, è presente in curva uno striscione con il nome di Dede: è accaduto anche a Merano un mese fa, in occasione dello scontro al vertice dell'hockey, quando si erano presentati durante una partita infrasettimanale 9 tifosi della curva varesina (leggi QUI). Insomma, Dede è davvero "sempre presente".
Oggi sulla pagina Facebook "Varese calcio tifoseria", la principale bacheca del tifo biancorosso con oltre 8mila like, è comparsa una foto di Daniele con la scritto "Dede sempre con noi" accompagnata da queste parole: "26 dicembre, Deve vive nei nostri cuori". Oltre 4mila le persone raggiunte e centinaia le partecipazioni nel ricordo del capo della curva Nord. Anche sui social dei tifosi, in particolare tra gli amici di Dede e di tutti quelli che lo conoscevano a Varese, sono numerose le fotografie e sintetiche le parole che le accompagnano: «Ciao capitano», «Giustizia per Dede», «Ciao Dede mancherai per sempre», «Ciao Dede, è già un anno».














