Scrivere poesie, disegnare e mangiare frutta: i tre segreti di Severino Battocchio, storico bidello delle scuole elementari Bertacchi che oggi ha compiuto 91 anni, sembrano questi. Ma la festa per la presentazione del suo libro a sorpresa, realizzato grazie al vulcanico Peppino Tagliabue, svela un quarto ingrediente, che è il fondamentale: compiere con dedizione il suo dovere, in particolare per bambini e maestre.
L’ha raccontato anche oggi, commosso di fronte all’evento che ha riunito ex alunni ed ex maestre della scuola di Sant'Edoardo per fargli auguri. Presenti il vicesindaco Manuela Maffioli (a sua volta allieva delle Bertacchi) e l’assessore Gigi Farioli e altri personaggi di Busto legati alla scuola, come Antonio Colombo, maestro del Magistero dei Bruscitti.
Severino è nato il 29 ottobre a Fontanaviva, in provincia di Padova: era appunto il 1928. Arriva a Busto a 28 anni: «All’inizio ho fatto altri lavori - racconta - poi sono entrato nel '75 alle Bertacchi. A quei bambini ho dato tanti bei pensieri, li ho sempre serviti molto bene. Sia loro che le maestre. Quando mi chiedevano un piacere, Severino era pronto». Ma oggi sono accorsi a cantare gli auguri, con la dirigente Laura Ceresa e le insegnanti, anche i bimbi di oggi. Lui ha ringraziato e ha raccomandato «di comportarsi bene, come ai tempi di quando qui c’era Severino».
Il libro, fortissimamente voluto da Tagliabue con la collaborazione di diversi soggetti e un angelo operativo di nome Franca, consegna le liriche di Severino, come pure gli uccellini che disegnava per i ragazzi sulla lavagna e sui quaderni. Il ricavato andrà in beneficenza, la destinazione sarà decisa da lui.
La prima poesia che appare è una dichiarazione di amore a Busto: «Sono partito dalla mia terra, che tanto amavo, ma che non mi poteva dare quello che mi ha dato Busto. Sono partito con la valigia di cartone e mille lire in tasca, le scarpe rotte, la camicia sciupata e la maglia di sotto che sembrava mitragliata». E la gratitudine è tanta: «Grazie Busto di tutto l’amore che mi hai dato… Ti amo come fossi la mia terra, più della mia terra».
I versi di Severino sono dedicati a tanti temi, con intensità e passione. Commossa ieri anche la dirigente Ceresa che ha ribadito: sono preziosi i collaboratori a scuola e aiutano a completare il compito educativo. Come Severino che aspettava sulla soglia di scuola.
E qui lasciatemi una nota personale: anche Marilena, che abitava troppo vicino alla scuola per non avere la tentazione di aspettare un istante ancora a entrare.
«Entra, entra!» mi diceva.
Oggi il pittore poeta bidello Severino ha abbracciato anche tre giornalisti che dalla sua scuola e dal suo esempio sono usciti: oltre alla sottoscritta, Manuela Maffioli e Francesco Inguscio.